Il complesso dell’ex-convento francescano, situato in una posizione predominante l’abitato di Labro, borgo medievale situato in provincia di Rieti, ha da sempre costituito un rapporto con questo che si esprime in una semplice modalità: sono i due elementi predominanti del paesaggio locale: il borgo con la sua vita quotidiana e l’edificio religioso, ma non solo, con i suoi spazi e i suoi tempi dedicati alla riflessione ed alla spiritualità, che si incontrano quando i ritmi della vita e del tempo lo rendono necessario.Ma sempre si osservano e, in qualche modo, si controllano tra di loro. Rappresentano due facce dello scorrere del tempo. L’idea progettuale dall’inizio si forma proprio come un tentativo di ridare questa dualità al paesaggio labrese, in un nuovo rapporto. Valorizzare la vecchia strada che, attraversando la valletta, passando per la vecchia fonte, unisce i due poli.Era la strada in cui ogni mattina le donne del paese, conca posizionata sulla testa, portavano l’acqua potabile nel borgo, fino addirittura al torrione.Oggi le condizioni sono ovviamente diverse ma i significati simili. Non c’è più bisogno dello sforzo umano per trasportare l’acqua. Sono le idee che si muovono, le iniziative alla base di una differente socialità che può essere senz’altro oltre che risorsa sociale e turistica anche economica. L’ex convento può rappresentare questo per Labro.Le fonti documentali esistenti sulla reale consistenza del complesso si sono purtroppo rivelate assai modeste e certamente insufficienti per una eventuale ricostruzione analitica.La preesistenza: mura perimetrali a tratti appena accennate, resti che facevano immaginare la posizione di volte o solai. Vani di aperture non sempre completi, ritmi degli andamenti di facciata intuibili, ma non certamente misurabili. A terra, nello spazio che aveva ospitato la corte, resti di spolio di archi e colonne, in gran parte depredati nel tempo. L’atto di reintegrazione è stato un processo allusivo, visto che non avrebbe mai potuto essere copia di qualcosa di cui non avevamo oramai nessuna concreta evidenza, e non sarebbe stato in ogni caso a mio parere corretto. La cicatrice della storia doveva lasciare in ogni caso il suo segno, ma in maniera tale da non essere solo un modo di evidenziare una contrapposizione.Si è scelto perciò il mattone come elemento di ricucitura e rammendo della costruzione, elemento materiale già presente nelle murature esistenti, ma in piccola percentuale, non tale da rendere poco leggibile la stratificazione operata dal recupero. In ogni condizione in cui questa pratica era applicabile si è operato coerentemente in questo modo: dalle integrazioni alle murature portanti, al sistema delle volte, alla ricostruzione dello spazio della corte interna, il mattone, nelle sue differenti declinazioni, pur nella sua lunga tradizione di materiale storico, ha rappresentato nella ricostruzione la presenza della contemporaneità. Il progetto di restauro prevede l’utilizzo del complesso come centro polivalente, con finalità prevalentemente di luogo dedicato ad attività didattiche, di formazione ed aggiornamento professionali, di attività culturali, capaci di attivare sinergie con le attività ricettive e turistiche che si svolgono nel borgo medievale di Labro.